Archivio mensile Gennaio 2019

RISPARMIARE SUI BIGLIETTI AEREI CON IL FENOMENO DELLA “CITTÀ NASCOSTA” È LEGALE?

E’ di enorme attualità la diffusione della notizia che sfruttando un algoritmo si può risparmiare sul costo dei biglietti aerei. Come funziona questo schema o procedimento sistematico di calcolo? E soprattutto è legale?

Un passeggero ha spiegato la sua esperienza al Corriere della Sera, con tanto di verifica. Questo signore ha messo in evidenza che, negli algoritmi utilizzati dalle compagnie aeree, c’è una falla che permette di risparmiare sul biglietto aereo fino al 70% e ha messo a punto un sistema che consiste nel prenotare un biglietto con scalo intermedio, che corrisponde alla vera meta del proprio viaggio, lasciando perdere il resto del tragitto.

Pertanto, se da Bologna si vuole andare a Barcellona, spendendo meno di un volo diretto, si può prenotare un volo da Bologna a Malaga trovando una soluzione che costa meno del volo diretto su Barcellona e quando arrivi nella capitale catalana, si lascia l’aeroporto senza imbarcarsi sul secondo volo.

Certo, se si vuole risparmiare sul biglietto aereo in questo modo bisogna armarsi di santa pazienza e cominciare a cercare la combinazione giusta per riuscire a risparmiare sul biglietto aereo grazie agli algoritmi delle compagnie. Così, la prima cosa da fare quando si vuole fare la prenotazione è scegliere la data di partenza, l’aeroporto da cui si vuole decollare e quello di destinazione e la classe di viaggio (ovviamente volendo risparmiare si dovrà scegliere la classe Economy). Dopodiché si parte con le ricerche, sia sui siti delle compagnie sia sui comparatori delle agenzie di viaggio in modo da avere un risultato attendibile.

L’indagine pubblicata dal Corriere, che dimostra come risparmiare sul biglietto aereo trova, ad esempio, un’interessante soluzione per viaggiare da Bari a Milano in data di oggi, 31 gennaio con Alitalia rinunciando al volo diretto per pagare circa il 37% in meno. In pratica, il biglietto da Bari a Milano di sola andata costa quel giorno 92,70 euro. Ma prenotare un biglietto da Bari a Londra Heathrow con scalo a Milano, lo stesso giorno e alla stessa ora e con la stessa compagnia (cioè l’aereo è lo stesso) costa 58,06 euro. Basta lasciare l’aeroporto di Linate quando si fa lo scalo a Milano e si risparmiano 34,64 euro.

Il risparmio sul biglietto aereo, come accennato all’inizio, può sfiorare il 70%. È il caso di chi da Torino vuole andare a Bruxelles. Se acquista un volo diretto con la compagnia di bandiera belga Brussels Airlines pagherà 287,79 euro. Se, invece, prende lo stesso aereo con destinazione Tolosa che fa scalo proprio a Bruxelles, pagherà 89,98 euro. Il risparmio è di 197,81 euro, cioè il 68,70% in meno.

Attenzione al BAGAGLIO però. Per risparmiare sul biglietto aereo ricorrendo a questo «trucchetto» non bisogna spedire la valigia ma portarla a mano. Altrimenti finirebbe nella stiva e verrebbe consegnata solo all’aeroporto di destinazione finale, non allo scalo.

Risparmiare sul biglietto aereo: è legale?

Negli Stati Uniti si conosce questo fenomeno come il «biglietto della città nascosta». In Europa, però, se n’è sentito parlare poco.

C’è da capire se tutto questo sia legale. Qualche compagnia aerea estera ha alzato la voce cercando di trascinare in tribunale chi aiuta i passeggeri a risparmiare sul biglietto aereo in questo modo. Tuttavia, nel contratto, non c’è scritto nulla che vieti di lasciare il viaggio a metà abbandonandolo all’aeroporto in cui si fa scalo e non a quello di destinazione. Se hai perso il volo aereo (volutamente o perché sei arrivato tardi in aeroporto) è un problema tuo. Lo stesso, quindi, se hai perso la coincidenza quando fai scalo in un aeroporto intermedio: è sempre un problema tuo!

Probabilmente da adesso in poi, le compagnie staranno più attente ai propri algoritmi e cercheranno due soluzioni: la prima, mettere a posto il sistema informatico che definisce le tariffe. La seconda, fare qualcosa affinché i viaggiatori non adottino questo sistema per risparmiare sul biglietto aereo.

Certo se molte persone adotteranno questo sistema, il prezzo per le destinazioni finali con scalo intermedio decollerà: più persone scendono nella «citta nascosta» e più cara sarà la seconda tratta, quella che dallo scalo porta a destinazione a causa dell’effetto offerta-domanda. L’algoritmo della compagnia aerea, infatti, capirà soltanto che l’aereo parte pieno e che c’è molta richiesta per determinati voli. Così, anche il prezzo decolla. A discapito di chi farà il volo fino alla fine, in un aereo che resterà mezzo vuoto dopo lo scalo.

LINEE GUIDA: IL MEDICO È OBBLIGATO A SEGUIRLE?

Le linee guida sono dei parametri di riferimento cui i medici si devono attenere nello svolgimento della loro attività professionale. Sono raccomandazioni cliniche formulate sulla base di quanto è scritto nella letteratura e delle opinioni di medici esperti, al fine di guidare ogni medico nella esecuzione di una operazione delicata, così come nella prescrizione di una cura.

Le linee guida, infatti, sono la risultante di numerose prove che, oltre ad essere realizzate su diverse tipologie di soggetti, in diversi contesti geografici e clinici, valutano anche i possibili costi delle cure che suggeriscono ed i correttivi che, di volta in volta, possono rendersi necessari in funzione dei differenti sistemi di valori e delle preferenze dei pazienti.

Tuttavia le linee guida (proprio in quanto ‘guida’) devono essere flessibili, nel senso di essere in grado di adattarsi a tutte le situazioni specifiche (condizioni cliniche del paziente e vincoli posti dall’organizzazione). Il medico, infatti, non può certo essere vincolato nella sua decisione clinica ad una strada già tracciata, in quanto deve (al contrario) poter esercitare il suo giudizio caso per caso e deve poter coinvolgere il malato nelle decisioni da assumere: spesso le opzioni terapeutiche sono varie e la scelta tra esse si basa (oltre che sulle indicazioni fornite dalle linee guida) anche sulle preferenze del malato.

Proprio per questo motivo, è importante che le linee guida siano flessibili e molto ancorate alla realtà circostante: il gruppo di lavoro che le elabora, infatti, durante la loro stesura, deve porre una particolare attenzione alla (concreta) situazione socio sanitaria, personale e tecnica nella quale si opera.

Tutto ciò premesso: il medico è obbligato a seguire le linee guida?

Il medico deve operare (e prescrivere cure) avendo, come “guida”, le linee guida condivise dalla comunità scientifica; ciò, però, senza mai dimenticare la necessità di valutare la situazione clinica del proprio paziente caso per caso e, soprattutto, le sue decisioni (necessariamente espresse nel consenso informato).

Uno degli obblighi principali di un medico è quello di informare adeguatamente il proprio paziente dei trattamenti terapeutici a cui dovrà essere sottoposto e delle conseguenze che ne seguiranno; soltanto a seguito della dovuta informazione, il paziente potrà (o meno) prestare il proprio consenso e sottoporsi (oppure no) alle cure e agli esami previsti.

Il senso della normativa è quello di consentire al paziente, debitamente informato (e, dunque, consapevole delle conseguenze che seguiranno alle diverse scelte cliniche da adottare), di decidere autonomamente per sé (ovvero di autodeterminarsi).

La violazione dell’obbligo informativo determina una condotta omissiva da parte del medico a prescindere dall’esecuzione corretta o meno del trattamento. Questo significa che se il medico (rifacendosi alle linee guida) non ti fornirà le dovute informazioni circa i possibili trattamenti da effettuare e le possibili conseguenze di essi, sarà responsabile per il mancato adempimento del suo obbligo informativo, anche se l’operazione andrà bene. 

L’obbligo informativo comporta che il medico non possa limitarsi a farti firmare un generico documento prestampato ma debba metterti a conoscenza della natura del trattamento, delle modalità di esplicazione, della portata, dei suoi possibili risultati e delle eventuali implicazioni negative che possano determinarsi.

Le linee guida sono certamente un parametro di valutazione che aiuta il medico nel caso in cui un’operazione non abbia successo o una cura arrechi un danno al paziente. Senza dubbio, infatti, una condotta conforme alle linee guida sarà più diligente di una difforme che si presumerà essere negligente o imprudente: questo, però, non crea alcun automatismo per il quale chi non segue le linee guida sia automaticamente imprudente o negligente (e, di conseguenza, responsabile). Questo è quanto ha chiarito la Corte di Cassazione (Cass. Ord n. 30998/2018) affermando che il medico non è obbligato a seguire le linee guida per la cura e l’intervento dei pazienti in quanto le sue scelte devono restare discrezionali e tali da consentirgli di valutare le situazioni cliniche caso per caso, decidendo (qualora lo ritenesse più opportuno) di disattendere le indicazioni fornite dalle linee guida.

CREDITI IMPIGNORABILI NEL PIGNORAMENTO PRESSO TERZI

Come è noto, il creditore non deve necessariamente elencare, nell’atto notificato al “terzo”, le somme o i rapporti da pignorare; può restare vago, limitandosi a parlare genericamente di “crediti”. Ad esempio, in caso di pignoramento in banca, l’atto non deve specificare il numero di conto corrente ma può riferirsi a qualsiasi rapporto di credito tra il cliente e la sua banca, facendovi così ricadere, ad esempio, anche la gestione di un portafoglio titoli. Esistono però dei casi in cui il pignoramento presso terzi trova dei limiti. Si pensi alle polizze vita o agli assegni di invalidità

Sono «crediti impignorabili» tutte le somme che non si possono pignorare.

Si tratta in genere di denaro versato in favore di determinate persone per scopi sociali o di sostentamento. Vediamo quali sono tali crediti.

POLIZZE VITA

Tutti i soldi che versi in una assicurazione per garantire una rendita a chi ti succederà in caso di morte non può mai essere pignorata da nessun creditore, neanche dall’Agente della Riscossione.

CREDITI ALIMENTARI

L’articolo 545 del codice di procedura civile elenca una serie di somme che non si possono pignorare, anche se lo fa in modo generico. Infatti, la norma si apre dicendo che non si possono pignorare i crediti alimentari. Questi possono eccezionalmente essere pignorati solo per «cause di alimenti» e sempre previa autorizzazione del presidente del tribunale che ne stabilisce la quota massima.

Tra i crediti alimentari ci sono i cosiddetti alimenti ossia quelle somme che vanno versate ai familiari più stretti o al donante quando uno di questi versi in condizioni di estrema povertà tanto da essere a rischio la sua stessa sopravvivenza. Si pensi al caso del figlio che deve aiutare il genitore vecchio e malato o viceversa.

Dubbi ci sono in merito all’assegno di mantenimento che deve versare l’ex coniuge. Anche se questo serve comunque a garantire la sopravvivenza la terminologia sposata dal legislatore è differente e l’importo è di sicuro superiore a quello degli alimenti. Secondo alcuni autori si può pignorare l’assegno di mantenimento solo laddove  esso abbia in tutto, o anche in parte, natura “alimentare”, cioè sia destinato a soddisfare le esigenze di vita del beneficiario. L’assegno dell’ex coniuge è invece pignorabile se il beneficiario ha già modo di sopravvivere o comunque lo è nella parte che eccede lo stretto indispensabile per la sopravvivenza.

In ogni caso i crediti alimentari sono pignorabili solo nel caso in cui il creditore agisce, a sua volta, per un altro credito alimentare non corrisposto.

SUSSIDI DI SOSTENTAMENTO PER I POVERI

Sempre l’articolo 545 del codice di procedura dichiara totalmente impignorabili i crediti aventi per oggetto sussidi di grazia o di sostentamento a persone comprese nell’elenco dei poveri. Si tratta quindi dei contributi previsti dalle numerose leggi statali – e che si sono susseguiti nel tempo con svariati nomi – in favore di chi ha un reddito molto basso o del tutto inesistente. Non è quindi pignorabile il reddito di inclusione (ormai abolito), la pensione sociale o l’assegno sociale.

Per il reddito di cittadinanza di recente introduzione, bisogna attendere gli sviluppi della giurisprudenza. Di sicuro è che non si tratta di un sostegno alla povertà ma di una misura attiva dal lavoro, circostanza che lo potrebbe porre al di fuori dell’ambio dell’articolo 545 e quindi consentirne il pignoramento.

Non sono neanche pignorabili eventuali sussidi per i poveri garantiti dal Comune per il sostegno degli affitti.

Anche l’indennità di mobilità è impignorabile in quanto ha natura di sussidio.

Al contrario l’indennità di cassa integrazione è pignorabile perché sostituire lo stipendio.

La stessa Naspi, ossia l’indennità di disoccupazione, in quanto rivolta a garantire un salvagente a chi si trova senza lavoro, può essere equiparata allo stipendio ed è quindi pignorabile.

SUSSIDI DI MATERNITA’

Non sono pignorabili i sussidi dovuti per maternità dall’Inps alle lavoratrici che hanno appena partorito. Quindi i vari bonus bebè non possono essere aggrediti dai creditori.

SUSSIDI PER MALATTIE

Sussidi per malattie o funerali erogati da casse di assicurazione, da enti di assistenza o da istituti di beneficenza non possono neanche essere pignorati.

In questo elenco si può far entrare l’assegno di invalidità, la pensione di invalidità e l’accompagnamento per chi non è in grado di deambulare e/o di compiere gli atti ordinari della vita quotidiana.

ASSEGNI FAMILIARI

Anche gli assegni familiari non possono essere pignorati salvo, anche qui, nel caso in cui il creditore agisca, a sua volta, per un altro credito alimentare non corrisposto. Così, per esempio, il figlio potrebbe pignorare nei confronti del padre, inadempiente all’obbligo di versamento del mantenimento, gli assegni familiari che il datore di lavoro versa al genitore. I tutti gli altri casi, tali assegni non possono essere pignorati.

PENSIONE

Per quanto riguarda la pensione, come noto – al pari dello stipendio – il pignoramento può arrivare fino a massimo un quinto. Quindi quattro quinti della pensione non si possono toccare. Ma non solo. A differenza della retribuzione del lavoratore dipendente, della pensione il creditore non può toccare il minimo vitale (che è pari a 1,5 l’assegno sociale). Con la conseguenza che il quinto pignorabile si calcola sull’importo della pensione dal quale è già stato detratto il minimo vitale. Questo vale a prescindere dall’entità dell’assegno pensionistico.

ROSARIA SAVASTANO

Nel giorno delle esequie vogliamo ricordare con una preghiera la Dr.ssa Rosaria Savastano, già presidente della sezione civile del tribunale di Reggio, dove aveva lavorato per sette anni, dal 2009 al 2016, quando assunse l’incarico di presidente del tribunale di Ferrara. La Dr.ssa Savastano si è spenta il 12 gennaio 2019 a Ferrara a 66 anni d’età.
Originaria di Napoli, in magistratura dal 1979, aveva ricoperto importanti incarichi, tra cui quello in Corte d’Appello a Bologna. Nella nostra città, dove per alcuni mesi – dal febbraio al dicembre 2010 era stata anche presidente reggente del tribunale – si era particolarmente distinta per l’impegno nel campo del diritto di famiglia e in difesa delle donne: era stata, infatti, tra le artefici del tavolo interistituzionale contra la violenza sulle donne. Lascia il marito Lucio Di Stefano, anch’egli magistrato. Unanime il cordoglio di colleghi e amici reggiani. Voglia il Signore accoglierla nella sua Luce, riposi in pace.

DIVIETO DI FUMO AL VOLANTE

Attualmente la legge (D. Lgs. 6/2016) proibisce le sigarette nell’ambito di una precedente normativa sul divieto di fumo nei luoghi chiusi e all’interno dei mezzi di trasporto (Legge n. 584/1975). 
Solo che il limite scatta nel momento in cui ci sono certe categorie di persone a bordo. Secondo la normativa in vigore attualmente, fumare alla guida è vietato solo se a bordo dell’auto ci sono dei minori di 18 anni e delle donne in evidente stato di gravidanza.
Chi non rispetta il divieto di fumare alla guida con a bordo un minorenne sarà obbligato a pagare una sanzione da 27,50 a 275 euro.
Tuttavia, l’importo della multa aumenta se a bordo dell’auto deve sopportare il fumo del conducente un ragazzino minore di 12 anni o una donna in evidente stato di gravidanza. La sanzione sarà di 500 euro.
In questi casi, diversamente da ciò che succede per buona parte delle violazioni al Codice della strada, non è ammesso lo sconto per chi paga la multa entro 5 giorni. Perchè la normativa non fa riferimento alle regole sul Codice della strada ma a quelle che tutelano la salute dei non fumatori.
Chi volesse contestare la sanzione, deve farlo presentando un ricorso al Prefetto entro 30 giorni dalla data in cui è stata consegnata o notificata.
Fumare alla guida: cosa cambierà
Se la proposta di legge presentata alla Camera verrà approvata (deve ancora prenderla in esame la commissione Trasporti), fumare alla guida sarà vietato anche quando il conducente sarà da solo in auto.
L’articolo 10 della proposta di legge, infatti, introduce nel Codice della strada un nuovo articolo (il 173-bis) che, al comma 1, recita testualmente: «Al conducente è fatto divieto di fumare durante la guida». Il comma successivo si limita a stabilire la sanzione da pagare nel caso in cui il divieto non venga rispettato, cioè da 160 a 646 euro.
Il legislatore vuole raggiungere due scopi: aumentare la sensibilizzazione contro il fumo e garantire maggiore sicurezza sulla strada.
Secondo i dati più recenti, infatti, almeno il 15% degli incidenti stradali sono riconducibili a distrazioni dovute alle sigarette: chi distoglie lo sguardo dalla strada per accenderle, chi è disturbato dal fumo negli occhi, chi fa una manovra imprecisa perché impegnato a non far cadere la cenere della sigaretta che tiene in mano… Si calcola che la media di distrazione mentre si fuma al volante sia di 11,5 secondi contro i 10,6 secondi di distrazione per comporre un numero di telefono al cellulare!

DETRAZIONI FICALI 2019

Anche per il 2019, le detrazioni fiscali su lavori in casa, acquisto mobili e giardini seguono il cosiddetto «principio di cassa»: vale la data di pagamento della fattura della ditta e non quella di inizio dei lavori o la data riportata sulla fattura. 
Ecco l’elenco di lavori per i quali è prevista la detrazione:
1 Lavori di ristrutturazione
2 Lavori di riqualificazione energetica
3 Prevenzione antisismica
4 Acquisto mobili ed elettrodomestici
5 Sistemazione a verde
Per maggiori informazioni siamo disponibili per assistenza e consulenza